venerdì 27 agosto 2010

Isola di San Giorgio in Alga

Il nome dell' isola si riferisce alla presenza di alghe nella zona proliferate a causa dell'ambiente che si era creato nella fusione delle acque del fiume Brenta con quelle della laguna.
In quella zona si ha memoria, intorno al Trecento, dell'esistenza della così detta "Puncta canetorum", sorta di lunga penisola che si era formata da Fusina fino a collegarsi quasi con Venezia a Santa Marta. Terra che venne rimossa per impedire una facile via d'accesso alla città ad eventuali nemici. Si dispose di prelevare da quel sito la terra che serviva per bonificare e interrare altre zone della laguna.
L'isola di San Giorgio in Alga era luogo di accoglienza e di congedo di eminenti personaggi che giungevano a Venezia. Si ricorda in proposito la grande cerimonia organizzata per la partenza del re di Francia Enrico III per Fusina accompagnato dal doge Mocenigo, e in seguito l'accoglienza fatta al papa Pio VI.
Vi aveva sede un monastero benedettino, poi dal 1350 fu degli eremiti agostiniani.
Ma fu nel '400, con l'arrivo dei Canonici Regolari, che l'eremo divenne importante centro di umanisti. Fra questi si ricordano: Gabriele Condulmer, che divenne papa col nome di Eugenio IV, e quel Lorenzo Giustinian, detto "il Santo" che, dopo essere stato priore del monastero, fu nominato primo Patriarca di Venezia.
Il monastero vantava una preziosa biblioteca e varie opere d'arte del Veronese, del Vivarini e del Bellini; un angolo della laguna meta di raffinati studiosi.
Vi funzionava un sistema di segnalazioni per facilitare la navigazione delle imbarcazioni di passaggio, e la grande "cavana" accoglieva i natanti in caso di tempesta.
Ai Canonici Regolari subentrarono i Carmelitani Scalzi che vi rimasero fino al '700.
Nel 1717 un devastante incendio distrusse il sito con le sue preziose opere d'arte, biblioteca ed arredi vari; un vero disastro che segnò definitivamente il luogo.
Trasformato in carcere politico, con la caduta della Repubblica fu utilizzata come polveriera.
Ora restano i ruderi della chiesa, del monastero, della cavana, spogliati dei fregi, delle patere e di una vera da pozzo. C'era sull'angolo delle mura una statua della Madonna che ora è sistemata a Mazzorbo.

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Fonte: Fuga & Vianello

4 commenti:

  1. Oh, Walter, son già agitata, che non riesco a leggerti con pazienza :) chissà quando leggerò tutto :)

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  2. Quest'isola è stata lasciata al suo destino di degrado e abbandono. Essendo di proprietà demaniale (almeno credo) non vedo come essa possa essere recuperata ad un livello minimo di decoro. Mi dà sollievo sapere che la Madonna con il Bambino Gesù che era posta su un angolo della cinta muraria si trova a Mazzorbo, poiché erano anni che non la vedevo più e credevo fosse stata rubata.

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  3. L'isola oggi è di proprietà della Curia di Venezia, ed è, come dici giustamente tu, in un deplorevole stato di abbandono. C'è da dire che alcune isole che in passato sembravano destinate all'oblio sono state intelligentemente recuperate in tempi recenti, speriamo avvenga lo stesso per quest'isola così ricca di storia.

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