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lunedì 18 aprile 2011

Le origini del turismo a Venezia

La vocazione turistica di Venezia ha origini lontane. Già nel 1179 la Serenissima ottiene da Alessandro III la remissione dei peccati per chi si reca in pellegrinaggio alla Basilica di San Marco. Molto prima quindi del 1300, quando Bonifacio VIII istituì il primo Giubileo e proclamò l'indulgenza plenaria per i pellegrini a San Pietro in Roma.
Ma ancor prima, nell'anno 997, Pietro Orseolo II decretava la Festa della Sensa, in memoria della conquista della Dalmazia, in occasione della quale veniva allestita una grande fiera in Piazza San Marco con l'esposizione dei prodotti artigianali locali; fiera destinata a diventare celebre in tutta Europa.
Al connubio dell'indulgenza con la ricca fiera dei prodotti veneziani, va aggiunto naturalmente il richiamo del particolare fascino della città stessa, così diversa da qualunque altra città del mondo conosciuto.
Con le crociate sorgono, parallelamente al servizio di trasporto dei Cavalieri e dei pellegrini sulle navi veneziane, tutta una serie di servizi ad esse connesse. In Riva degli Schiavoni operavano i "Tholomarii", sorta di tour operator ante litteram, che assistevano i viaggiatori per trovar loro alloggio, imbarco e la fornitura dei beni necessari per la traversata in mare.
Al fine di regolamentare la materia e prevenire l'abusivismo (!) e gli imbrogli, il Maggior Consiglio nel 1255 affrontò la questione con il "Capitulum Peregrinorum" che definiva chi e come poteva operare in questo campo. Per farsi un'idea del volume d'affari che comportava questo antenato del turismo, basti pensare che i soggiorni di questi viaggiatori in città si prolungavano mediamente per un mese, e nel solo anno 1384 si effettuarono circa 600 trasporti per la Terra Santa; il prezzo variava dai 24 ai 32 ducati per la sistemazione sul ponte della nave, e dai 40 ai 50 ducati per viaggiare al coperto nella stiva.

(fonti: Fuga & Vianello)

lunedì 22 marzo 2010

Aprile, dolce viaggiare per sei milioni di italiani

Pasqua è alle porte, un primo, importantissimo test per capire che turismo sarà, in questo 2010 che dovrebbe, potrebbe, essere l'inizio della fine della crisi. Anche nel turismo Secondo le stime dell'Istituto nazionale delle ricerche turistiche (Isnart), saranno oltre 6 milioni, uno su dieci, gli italiani a partire per un viaggio in aprile e, complice la povertà di ponti, il 30 per cento dei partenti si muoverà negli immediati dintorni di Pasqua.

Le mete più richieste in Italia sono le città d'arte, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio Amadeus e da Google Italy. In particolare, spiccano Roma e Venezia. La Capitale è al primo posto nella classifica delle destinazioni scelte dagli italiani per le vacanze pasquali anche secondo il network on line Trivago. Nonostante meta preferita dagli autoctoni, la capitale perderà il mercato tedesco e spagnolo, indirizzati soprattutto sulle mete nazionali; sarà tuttavia la seconda destinazione preferita dai francesi dopo Parigi, e la quarta per i polacchi. Difficilmente, però, città come Roma, Venezia o Firenze registreranno i "tutto esaurito" cui si erano abituate fino a poco tempo fa. Complice la crisi, la tendenza è quella di accorciare gli spostamenti e di decidere all'ultimo istante, dando la caccia ai "last minute". In sintesi, in Italia, tra gli italiani, riscuotono più successo le città d'arte in generale con Roma e Venezia in primis e poi Liguria, Toscana, Sicilia, Sardegna e Campania. Tra le grandi città europee svettano Parigi, Londra, Barcellona, Praga, Budapest e Amsterdam. Per quanto riguarda le mete estere sul corto-medio raggio, l'Egitto continua a spadroneggiare, come gli Stati Uniti dominano la scena sulla lunga distanza.

Fonte:  La Repubblica